1933. Un anno terribile

Romanzo breve (poco più di 100 pagine) che punta dritto al cuore. Storia con una fortissima intensità emotiva, per cui credo sia impossibile non essere letteralmente travolti da questo spaccato di vita del giovane "Dom" Molise. John Fante aveva delle grandi storie da raccontare, e per nostra fortuna l'ha fatto!

Piccolo capolavoro di John Fante. Esilarante e commovente. E' il ritratto di una generazione di adolescenti, personificata dal giovane Dominic Molise, combattuta tra la tentazione di arrendersi al proprio destino di mediocrità e la paura di affrontare il futuro inseguendo i propri sogni. Storia di emigrati, cittadini americani eppure stranieri, stretti nella morsa della religione e nella consapevolezza delle proprie umili origini. Su tutto domina la straordinaria capacità di John Fante di dare vita ai suoi personaggi con brevi precise pennellate e dialoghi fulminanti.

John Fante, in poco più di 100 pagine, è in grado di architettare una storia non solo coinvolgente ma a tratti incredibilmente commovente. Il rapporto tra padre e figlio nella famiglia Molise è l'archetipo di ogni conflitto intergenerazionale, in cui il padre sembra non capire il figlio e non volerlo assecondare nei suoi desideri. Inoltre, la figura simpatica di Dom Molise, con Il Braccio che possiede un'anima propria, si configura come uno dei più bei personaggi creati dalla penna dello scrittori italoamericano: i suoi personaggi fanno gli sbruffoni e son a volte arroganti, ma rappresentano coloro che decidono di assecondare i propri sogni e non arrendersi alle insidie sul loro percorso. Si tratta anche di un bel ritratto di una tipica famiglia di immigrati italiani nei primi anni del '900. La nonna, che non parla inglese e sente la mancanza del suo paesino in Abruzzo, ci fornisce un ritratto di un'America che non è poi così tanto la terra dei sogni come veniva descritta. Insomma, un piccolo gioiello