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Bande nere. Come vivono, chi sono, chi protegge i nuovi nazifascisti - Paolo Berizzi - copertina
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Bande nere. Come vivono, chi sono, chi protegge i nuovi nazifascisti
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Bande nere. Come vivono, chi sono, chi protegge i nuovi nazifascisti - Paolo Berizzi - copertina
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Descrizione


Almeno centocinquantamila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. E non tutti, ma molti, nel mito di Hitler. Un'area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma tricolore, la Destra, Azione Sociale, Fronte sociale nazionale) - sei, se si considera anche il robusto retaggio di An ormai sciolta nel Pdl. Circa duecento tra associazioni, circoli e centri sociali sparsi nel paese; 63 sigle di gruppi ultrà (su 85) dichiaratamente di destra, e cioè il 75 per cento delle tifoserie che, dietro "il culto" della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violenze premeditate. Sono solo alcuni dei numeri di questa inchiesta. Sufficienti, comunque, a testimoniare che l'onda nera sta entrando potentemente nella nostra società, facendo proseliti tra i giovanissimi e con rapporti quantomeno ambigui con la destra istituzionale. Paolo Berizzi accompagna il lettore in questo viaggio nell'area nera del Paese; un mondo per lo più di ragazzi, intessuto di riti e miti considerati sepolti tra le macerie della Storia; un mondo fluido e magmatico, dai contorni tanto labili quanto inquietanti. Un mondo che, se non lasciasse tracce così marcate nella attualità, sarebbe difficile credere che esista davvero.
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Dettagli

2009
18 marzo 2009
281 p., Rilegato
9788845262470

Valutazioni e recensioni

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Giovanni
Recensioni: 4/5

Vorrei precisare innanzi tutto che il brano "Frana la curva" è si un brano degli Erode ,ma che gli Erode erano un gruppo skinhead di compagni e suonavano musica Oi!. Il fatto che il libro ripeta cose gia dette da altre fonti ,non toglie che sia comunque prezioso parlare di certi argomenti. L'originalità non è la missione fondamentale di opere di informazione.Purtroppo ci sono ambienti subculturali in cui l'essere originali , distinguersi dalla massa e al tempo stesso essere forgiati su stereotipi di 20-30 anni fa è più rilevante della sostanza La missione del libro è semmai raggiungere lo scopo di porre al centro dell'attenzione quello che è comunaue un problema e che non viene ritenuto tale dai più. Colpevole ne è lo sdoganamento dell idea che nazismo e comunismo siano la stessa cosa e che quindi se è tollerabile uno in Italia è tollerabile anche l'altro. La solita storia de "il più pulito cià la rogna" che ci fa accettare una classe dirigente vergognosa.

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Luporozzo
Recensioni: 2/5

Un quadro riepilogativo dei gruppi, sociali più che politici, riconducibili alla destra sedicente fascista in Italia. L'idea è buona. Ma al di là di quanto segnalato dagli altri lettori (una certa propensione al "collage" di informazioni e considerazioni già altrove pubblicate) vi sono due macroscopiche disattenzioni che, da sole, indicano sufficientemente l'approssimazione - soprattutto a livello di editing - con cui l'opera è stata buttata sui banchi delle librerie. 1) NON PUO' una casa editrice seria riportare in maniera clamorosamente errata un articolo della Costituzione, a caratteri cubitali in quarta di sovraccoperta, come si fa in questo libro: l'art. 139 della Costituzione, infatti, non prescrive affatto "è vietata la riorganizzazione, in qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". Ciò è stabilito nella ben diversa XII disposizione finale; mentre - come poteva facilmente essere appurato consultando una costituzione, anche su internet -il "vero" art. 139 afferma che "la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale". 2) NON PUO' una casa editrice seria consentire che un suo autore ponga in epigrafe al volume (pag. 7) la considerazione "nihil humani mihi alienum puto" attribuendola a Seneca (!), mentre anche i sassi che non hanno frequentato il ginnasio sanno che essa è la più profonda (e probabilmente più celebre) affermazione contenuta nell'opera "Il punitore di se stesso" del commediografo latino Terenzio. Dalla gloriosa Bompiani queste cose non ce le si aspetta.

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giovanni
Recensioni: 3/5

Reportage sul fenomeno dei gruppi giovanili in Italia che si rifanno al fascismo ed al nazismo.Un viaggio tra circoli, associazioni, centri sociali, gruppi di tifoserie ultrà di destra assai diffusi soprattutto tra Roma, Milano ed il Veneto. Ne viene fuori così un'inchiesta giornalistica lucida ed obiettiva, su un mondo ancora sconosciuto al grande pubblico.

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Conosci l'autore

Paolo Berizzi

1972, Bergamo

Laureato in Filosofia all’Università Statale degli Studi di Milano, ha iniziato l’attività giornalistica a 17 anni, durante gli studi liceali. Nel 2000, dopo numerose esperienze in altre testate giornalistiche e radiofoniche, viene assunto a "La Repubblica", divenendo inviato speciale nel 2009. Scrive di cronaca e politica ed è autore di numerose inchieste, interviste esclusive e scoop. Per "Repubblica" si è occupato a lungo, tra i vari temi, di contraffazione e sofisticazione alimentare, lavoro nero e caporalato, terrorismo di matrice islamica, criminalità organizzata, devianza giovanile, droga, narcotraffico. Tuttavia, è conosciuto soprattutto per il suo lavoro di indagine sul neofascismo.Berizzi è autore di numerose opere tra...

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