In questo secondo volume, veniamo alla parte finale di quello che è successo ancora all'interno di quella palazzina, e per quale motivo questi criminali avevano scaturito l'incendio in quell'appartamento al primo piano, laddove vivevano le loro prime vittime e cosa avevano usato per appiccarlo. Ma per via di alcune ferite notate ai coniugi Romano ore dopo il massacro e che li ritengo essere come sempre complici del tunisino Azouz Marzouk e di aver commesso questa atrocità con la sua presunta banda di spacciatori: sembrerebbe che sia successo qualcosa tra loro prima che l'incendio venisse appiccato. Probabilmente può essere che sia scaturita una lite su questa questione dell'incendio. Ma il fatto di come sia stato appiccicato, sembrerebbe che sia stato un loro tentativo di depistaggio. Così sembra che lo sia stato, soprattutto per il fatto di aver messo alcuni oggetti che sono stati trovati in quell'appartamento e che non appartenevano a nessuna delle persone coinvolte in questo massacro. E che pertanto potrebbero essere stati messi appositamente in quell'abitazione a depistare le indagini preliminari degli inquirenti: oggetti che potevano mettere in crisi le accuse mosse contro i due coniugi, visto che essi non appartenevano neanche a loro. Lo è stato persino per via di alcune testimonianze – soprattutto una – dal fatto che esse sono state in qualche modo edulcorate o ignorate. E così è stato per alcuni fatti raccontati da alcuni testimoni e di alcuni vicini, che in quella palazzina avevano prestato i primi soccorsi, dopo che avevano visto i fumi dell’incendio che si scaturivano fuori dalle finestre di quell'appartamento. Ma sembrerebbe che la loro testimonianza, in alcuni parti, sia stata persino modificata per sostenere una versione fornita dalla magistratura. Lo stesso sembra essere accaduto alla testimonianza del superstite, che sembra aver aggiunto fatti che non ha mai vissuto veramente per sostenere una certa versione riguardante sua moglie, che fu trovata senza vita nel loro ormai ex appartamento. Ad ogni modo, durante la sua convalescenza sono successe fatti ambigui nell’ospedale dove lui si trovava. Come visite inaspettate dei Carabinieri e intercettazioni che subivano strane interruzioni o, a dire di qualcuno, alcune di esse sono state fatte sparire. Inoltre, sembra che siano stati commessi delle irregolarità per sostenere la ritrattazione del superstite; per il fatto di aver denunciato il suo ex vicino di casa Olindo Romano, come suo unico e vero aggressore. Ma tutti questi misteri: l'incendio, la testimonianza di alcuni testimoni e chi aveva prestato i primi soccorsi e quello che era successo a Frigerio Mario durante la sua convalescenza e del perché abbia ritrattato la sua prima testimonianza, e altri fatti ancora successi in questa storia: saranno spiegati in questo mio secondo volume. Persino alcune questioni che riguardano quello che hanno combinato i due in casa quando furono intercettati dai Carabinieri con le loro microspie, che misero durante una perquisizione nella loro ex abitazione. Ma soprattutto su una questione che riguarda un elemento di prova che fu trovato sulla loro auto e che fu considerato esso una prova determinante per addurre la loro colpevolezza. Di questo elemento di prova, tuttavia, sono nate polemiche contrastanti, a causa del modo in cui è stato localizzato e repertata (così come avrebbe dovuto esserlo per la storia della giacca della Cherubini, che sembra sia stata alterata come ho spiegato nel primo volume. E l'artefice di aver costruito tale prova, potrebbe essere lo stesso che aveva scovato questa traccia). Ma chi contestava la sua veridicità sembra che abbia commesso anche costui delle inregolarità per sostenere la sua "inammissibilità". E a causa di questa questione riguardante
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